L’uomo alla reception è incredulo. In questo periodo dell’anno il suo albergo si riempie di gruppi in abiti sportivi, borsoni da calcio, divise tutte uguali sfoggiate da giocatori disciplinati, a letto prima delle 10, già in piedi la mattina presto. Sporadicamente c’è qualche comitiva in gita scolastica. Orari diversi, abitudini diverse: vestiti trasandati, rientro alla sera tardi, risvegli all’ultimo minuto e professori dagli occhi rossi iniettati di stanchezza.

Già, come quel gruppo, quegli italiani. Con quei tre professorini giovani, quello con la pelle scura e i capelli neri come una gomma Pirelli. Quello più paffutello, sempre rosso di un rossore che sembra perennemente appena uscito dal Tropics. E poi quello piccolino, probabilmente è il professore di musica, perchè tutte le volte che rientra con gli alunni canta una ninna nanna nella hall. Hanno proprio l’area di spassarsela, rientrano sempre tardi, bevono forte, e poi a dirla tutta ai tre professori sembra proprio che non gliene freghi un cazzo. Senonchè questi italiani arrivano una sera, ed hanno in mano una coppa. Ed è qui che l’uomo della reception sgrana gli occhi: ma come, una coppa, questi? Questi erano una delle squadre iscritte alla Copa Costa Brava?

Abbiamo vinto così, come ci piace, gettando il cuore sul campo da calcio e divertendoci fuori, senza guardare l’orologio se non quando è davvero necessario. Abbiamo fatto invidia agli irlandesi per la nostra capacità di festeggiare senza perdere la tramontana. E’ stata una corsa a ostacoli, difficile, a volte più veloce, a volte più lenta, in cui siamo stati bravi a tenere duro e mantenere l’equilibrio nonostante tutto.

Il girone ci ha visti lottare contro mezza Europa, i nostri compatrioti della Garibaldina, gli olandesi della DVO, i francesi del Le Tour St Clair, gli svizzeri del Sassariente Tenero. Due vittorie, un pareggio, ed una sola sconfitta, nel derby  tricolore. Alla fine si compila la classifica e siamo in tre squadre a sette punti, decide la differenza reti che qualifica come primi i transalpini e come secondi noi.

Si vola ai quarti di finale, dove ci aspettano gli irlandesi del Granada. Sì, proprio così, non gli irlandesi del Carryfield o del Boderaine, gli irlandesi del Granada. Che con quel nome in un torneo spagnolo sembrano destinati a continuare. E infatti si portano in vantaggio, ma poi Tony Gonzo ha qualcosa da ridire, mette dentro il gol del pari, si va ai rigori e passiamo noi. Come on, guys!

Semifinale, e ci troviamo di fronte gli undici Vieira della squadra francese del Clichy sous Bois. Sono dei marcantoni, fisici scolpiti, e noi siamo piccoli. Ma siamo anche astuti, li sappiamo infastidire, ed infatti poco dopo il fischio d’inizio ci portiamo avanti. Loro pareggiano, la partita è quasi al termine e sembra destinata ai rigori, ma all’ultimo minuto un errore del portiere propiziato dalla zanzara Gonzo ci porta sul 2-1 e in finale. Allons, enfants de la Patrie!

Finalissima, ed è derby italiano con l’Esedra Don Bosco, squadra che milita nel proprio campionato regionale, una categoria sopra a noi, e che parte con i favori del pronostico e la protezione divina, mentre noi lanciamo maledizioni ad ogni passo falso. La partita è tesa, maschia ma leale, con i giocatori di entrambe le squadre che le danno e le prendono senza perdersi in troppe lamentele. Alla fine è 0-0, lotteria dei calci di rigore. Da una parte si prega Don Bosco, dall’altra non ci ricordiamo bene a chi dovremmo raccomandarci, ma va bene così. Si va sul dischetto, Lele ci porta avanti parando un rigore e la palla decisiva è nei piedi di Nico Mazzetta, che non ha mai tradito e non tradisce neanche stavolta. 5-3, ed è il delirio, siamo Campioni d’Europa e lo diciamo a tutti, lo urliamo, e abbiamo ancora voce quando arriviamo in albergo e l’uomo alla reception ci guarda stranito. Sì, siamo noi, vestiti da festa, siamo una squadra, siamo la squadra che ha vinto il torneo.

E’ un successo storico per l’US Grosio, per la portata del torneo, per il livello delle squadre che abbiamo incontrato, per il sapore internazionale. E’ sopratutto un grande premio al modo in cui si intende il calcio alla Ganda: passione, impegno, sacrificio, ma anche aggregazione dei nostri ragazzi e divertimento fuori dal campo.

Un grande grazie a tutti i ragazzi e allo staff per questa gioia indimenticabile!

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