Grazie.

Per le uscite basse di Pota, per i gol di Lillo, per le chiusure eleganti di King, per la grinta di Simic, per le volate di Roby, per la sfrontata gioventù di Daniele, per l’esordio di Gabriele, per la tenacia di Jeky. Per le serpentine di Pane, per gli scatti di Pier, per il moto perpetuo di Wolly, per l’infinita giovinezza di Porta, per le geometrie di Cipo, per i tagli di Gioele, per le gambe di Pyhton, per il saluto a Mare, per la costanza di Martino, per la timida irruenza di Verze, per la classe cristallina di Cesco, per i cross di Viso, per il sinistro di Cicala, per le spalle di Piter, per quel quarto d’ora di Gianni. Per la classe di Nick, per l’energia di Fabio.

Grazie.

Per il sole di Truccazzano, per la pioggia con la Giovanile Canzese, per la luce che sfumava col Berbenno, per le raffiche di pioggia gelata a Chiavenna.

Per il filetto di maiale e i biscotti Galbusera.

Per i bambini che chiedevano gli autografi dopo l’ultima partita.

Per l’orgoglio.

Grazie.

L’ENTUSIASMO DEI PRIMI GIORNI

Pronti via, e a freddo ci troviamo a dover giocare due derby, Bormiese e Tiranese, intervallati dall’incontro col Berbenno. Vinciamo 2-1 il primo, e qualcosina vuol dire vista la potenziale caratura della Bormiese, il secondo invece finisce 3-1 ma c’è di mezzo l’infortunio del portiere titolare, e quindi vuol dire ma vuol dire poco. Ottima la partita con il Berbenno, che riusciamo a pareggiare fuori casa nonostante una valanga di assenze. Dopodichè, si va a Dubino, vinciamo 3-1 e siamo in testa al campionato. Nessuno ha ancora capito chi siamo, certo siam contenti di aver fatto dieci punti ma il nostro destino è ancora da decifrare.

CONOSCI TE STESSO

Il primo vero esame arriva ad ottobre, quando prima ospitiamo la Chiavennese e poi andiamo a giocare in casa dell’Albosaggia Ponchiera. E’ qui che si vede chi siamo: le avversarie sono di livello e il campionato è ad un punto tale che il rodaggio si può ritenere concluso. Beh, la risposta è esaltante. Contro i chiavennaschi dominiamo il campo per un’ora, e però concretizziamo con un solo gol. Rimaniamo in dieci e loro ci attaccano e alla fine riescono a tirare in porta una volta sola ma benissimo, e il risultato finale è 1-1. Contro l’Albosaggia si gioca ma su quel campo non è vero calcio, è più una lotta e il primo colpo lo suonano loro. Altra espulsione, altra volta in inferiorità numerica, ma alla fine pareggiamo ed è altro 1-1. Ecco, qui abbiamo capito chiaramente chi siamo. I nostri pregi: siamo capaci di giocare un calcio esaltante, siamo sempre e comunque sul pezzo, abbiamo un muro difensivo solidissimo. E, ahinoi, il nostro difetto: facciamo fatica a chiudere le partite.

IL MOMENTO DELLE CONFERME

Abbiamo capito di essere forti, l’abbiamo capito con Chiavennese ed Albosaggia Ponchiera. E lo confermiamo nelle giornate seguenti. Dopo uno scialbo 1-1 con il Valchiavenna in una settimana di blackout, inanelliamo quattro vittorie consecutive, di cui tre in trasferta: sconfiggiamo Brivio, Piantedo, Talamonese, Civate. Emblematico il 2-1 col Piantedo, una vittoria di lotta su un campo difficilissimo: andiamo in vantaggio con Piter, siamo anche in superiorità numerica a poco dalla fine, ma ci facciamo raggiungere. E qui impressiona la capacità di reazione: come fosse la cosa più naturale del mondo, sul ribaltamento di fronte affondiamo e segnamo il gol della vittoria. Resta l’ultimo passo prima dello scontro diretto con l’Aurora prima in classifica, ed è un passo falso: in casa contro la Bellagina ci portiamo avanti ma un rigore generoso ci raggiunge privandoci dei tre punti. Nel frattempo, però, la capolista perde inaspettatamente a Samolaco ed affrontiamo lo scontro diretto a braccetto.

POSSIAMO SOGNARE

Arriva lo scontro diretto a Olgiate Molgora, ed è la sconfitta più incoraggiante della storia. Già, perchè perdiamo ma ci rendiamo conto di potercela giocare fino in fondo. Nel primo tempo dominiamo il campo, Pane ne fa ammonire sette in sei minuti, e però finisce 3-1 per loro: demerito nostro, regaliamo tre gol su punizione che neanche all’oratorio. Nel secondo tempo loro controllano e difendono bene, anche aiutati dal campo piccolo, e non cambia più nulla. Ma la scintilla è scoccata: non abbiamo visto una corazzata, abbiamo visto una buona squadra, non senza difetti, che ha vinto fortunosamente. E però quello che preoccupa non è tanto il risultato ma le future assenze: tra infortuni (Gioele ha appena salutato i legamenti) e squalifiche, abbiamo le ultime due d’andata da giocare in piena emergenza. Poco male: sconfiggiamo 1-0 la Pontese a Grosio e 3-2 il Rovagnate fuori. Intanto l’Aurora ne pareggia una, e a fine andata siamo lì, a un punto dalla testa.

LA GRANDE PAURA

Passa Natale, passano le feste, passa gennaio, e ricomincia il campionato. Ricomincia col derby da giocare a Tirano. Nella prima ora vediamo un grande Grosio, che domina il campo, crea molte occasioni, segna l’1-0 con Pane. E nell’ultima mezz’ora? Vediamo un grande Grosio, grande in maniera diversa: messo in ginocchio dalle espulsioni, gioca mezz’ora con due in meno e non concede neanche un tiro in porta. Senonchè, a tempo scaduto la Tiranese si vede recapitare un rigore molto discusso. L’ultimo miracolo non riesce, finisce 1-1, l’Aurora intanto vince e scopriamo in serata di aver perso Pane per tutta la stagione. Peggio di così, il ritorno non poteva cominciare: due punti persi e le due ali che ci hanno fatto volare da inizio campionato fuori fino alla fine. La settimana dopo giochiamo in casa col Dubino e vinciamo 3-0, ma siamo più preoccupati che felici: è emergenza totale, e le due partite seguenti sono gli scontri decisivi con Chiavennese e Albosaggia Ponchiera.

IL MOMENTO CHIAVE

Andiamo a Chiavenna il giorno di San Valentino, desiderosi di far risultato per non perdere la scia dell’Aurora e per tenere lontani i ciavenasc. Fa freddo, tira vento, diluvia, le tribune sono colme di tifosi di casa. E a noi manca mezza squadra e forse di più. Ce la giochiamo a difesa e contropiede e ne esce una partita eroica: concediamo una sola occasione vera, ma poi arriva il solito rigore di confusione. Poco male, perchè questa settimana non si passa: Pota parando il rigore ribadisce il concetto. E alla fine rischiamo anche di vincerla, con una serie di occasioni in contropiede. Finisce 0-0, torniamo a casa fiduciosi e la settimana dopo ecco il capolavoro: accogliamo l’Albosaggia Ponchiera con un 4-4-2 nuovo di zecca e giochiamo una delle partite migliori dell’anno. Predominio del campo, controllo del gioco, solidità marmorea, attacchiamo bene e difendiamo meglio: risultato, 2-0. Importanti i punti, importantissima la consapevolezza di poter giocare al top, di poter rimanere al top nonostante gli infortuni.

DUE MESI IN APNEA

Vinta la partita con l’Albosaggia, entriamo in apnea per due mesi alla rincorsa dell’Aurora Calcio. La prima domenica, ci va acqua nei polmoni: perdiamo col Valchiavenna e l’Aurora resta lontana. Stiamo ancora tossendo quando la giornata successiva incontriamo il Piantedo e non riusciamo ad andare oltre l’1-1. Poi, però, lanciamo la volata: quattro gol a Talamona ci riavvicinano alla vetta, a cui rimaniamo aggrappati grazie al bellissimo pareggio col Berbenno e soprattutto al filotto di vittorie Civate-Bormiese-Bellagina. Impressionanti sopratutto le ultime due, doppio 1-0 fuori casa contro due squadre che lottano come se si stessero giocando lo scudetto. E così arriviamo allo scontro diretto alla Ganda con l’Aurora sotto tiro, e il sogno di vincere il campionato ancora perfettamente intatto.

IL RISVEGLIO

Arriviamo allo scontro diretto alla Ganda con l’Aurora sotto tiro, e il sogno di vincere il campionato ancora perfettamente intatto. E dopo dieci minuti ci svegliamo. Loro sono bravi a fare presto l’1-0, e poi si chiudono e non ci lasciano tirare in porta e anzi raddoppiano in contropiede. Noi accorciamo, loro riallungano, finisce 3-1 e il primo posto è andato. Mancano tre partite che ormai servono a poco, bisogna solo assicurarsi il secondo posto: lo facciamo nella pratica battendo il Brivio, per la matematica pareggiando con la Pontese. L’ultima col Rovagnate è la sagra della cappella, perdiamo ma non conta nulla. Tempo di playoff, la probabile squalifica al Berbenno non arriva e così dobbiamo giocare la semifinale con l’Albosaggia Ponchiera.

CON LE UNGHIE E CON I DENTI

Affrontiamo in casa l’Albosaggia Ponchiera nel primo turno playoff con due risultati su tre: in caso di parità al novantesimo passiamo noi. Partita tiratissima, si portano avanti loro in modo fortunoso, noi attacchiamo alla ricerca del pari, costruiamo occasioni ma la palla non entra. Alla fine, anche noi dobbiamo ringraziare la fortuna: il pareggio arriva su punizione di Nick deviata dalla barriera. Finale di partita in tensione, sembra di essere in un thriller, se loro segnano passano, e un’occasionissima ce l’hanno ma la sbagliano. Noi resistiamo con le unghie e con i denti, e finisce uno a uno. Tiriamo il fiato e pensiamo alla finale, che dovremo giocare contro la Chiavennese.

Altra battaglia: iniziamo meglio noi, portandoci in vantaggio con un rigore di Nick. Li conteniamo bene, a fine primo tempo è rigore per loro ma Pota para e rimaniamo davanti. La ripresa è chiavennasca: attaccano cercando la rimonta, ma la nostra difesa è un muro che respinge il pallone lanciandolo verso gli attaccanti. Abbiamo più di un’occasione per raddoppiare e chiudere il conto, ma ecco il nostro difetto, ecco l’incapacità di chiudere le partite. Insomma, a dieci dalla fine è ancora 1-0, e se con l’Albosaggia la tensione era da thriller, qui siamo ai livelli del finale della quarta stagione di Breaking Bad. Altro rigore per loro, gol, uno a uno. Gliene manca uno per passare: e loro avanti, e noi dietro, e loro attaccano, e noi difendiamo, e loro tagliano, e noi cuciamo, ed è bellissimo e snervante e alla fine l’arbitro fischia ed eccola, finalmente, la nostra tranquillità. Eccoci lì, Walter White al telefono con Skyler, la fatidica domanda What happened? e noi, sorriso serafico e malvagio: We won.

SIGNORI, CHAMPAGNE

Lo sappiamo solo adesso, ma adesso possiamo dirlo: battuta la Chiavennese, è iniziata la discesa. Senza nulla togliere allo Sporting TLC e alla Giovanile Canzese, senza sminuire le nostre prestazioni. Senza sottrarre un briciolo di bellezza alle ultime due domeniche di una stagione indimenticabile, possiamo tranquillamente dire che l’ultima goccia di sudore freddo ci è caduta contro la Chiavennese. Dopo, il trionfo. Due partite comandate, vinte meritatamente, con un 3-0 forse troppo largo la prima, con un 1-0 forse troppo stretto la seconda. Le partite della maturità, interpretate con un piglio da categoria superiore.

A Truccazzano, primo tempo sostanzialmente alla pari sulla bilancia del gioco, risultato che pende due volte dalla nostra parte grazie alla capacità di non compiere errori difensivi e sfruttare gli errori difensivi altrui. Ripresa in controllo totale, loro tirano solo su punizione e a mezz’ora della fine Roby ci guadagna la superiorità numerica sfruttando il fallo ingenuo di un avversario già ammonito. E’ finita, manca solo il punto esclamativo che mette capitan Porta nel recupero, 3-0 e si va in Prima Categoria.

Con la Giovanile Canzese è allo stesso tempo un brindisi e un aperitivo: vogliamo festeggiare al meglio la stagione conclusa, vincendo un anticipo della stagione che verrà. Qui il primo tempo non è pari, è sbilanciatissimo, giochiamo molto meglio e costruiamo valanghe di occasioni, portandoci in vantaggio all’alba della partita con un bel sinistro a incrociare di Cicala. Ancora una volta, però, non chiudiamo, e così nella ripresa ci tocca difendere l’1-0. Cosa che comunque facciamo benissimo: il forcing degli ospiti partorisce solo un tiro da fuori sul quale è impeccabile Pota. Finisce la partita, uno a zero per noi. Champagne.

IL SEGRETO

Ecco il segreto di una stagione da sogno: siamo stati più forti degli altri. Semplicemente. Abbiamo sentito dire più di una volta “eh, ma il Grosio non ha gli uomini…”, “eh ma sono così solo perchè corrono tanto…”. Come se fossimo meno bravi. Come se i risultati non fossero frutto delle nostre capacità, come se venissero da una volgare e immeritata sopportazione della fatica che qualcun altro ci ha regalato. Come non fossimo stati noi a lottare, come se fosse un peccato correre. Non è un peccato. Cùré anga valtri. An f’é tegn mìga. Qualità, preparazione, organizzazione, disponibilità al sacrificio, orgoglio, unità verso un obiettivo. Ce le abbiamo avute quest’anno, ce le avremo anche l’anno prossimo, e l’altro ancora, e l’altro ancora.

LA SVOLTA

Difficile parlare di svolta in questa stagione, lunga, tirata, una cronometro affrontata a tutta dall’inizio alla fine, senza rilassamenti e senza ripartenze. Però ecco, se proprio dobbiamo trovare un momento in cui è cambiato qualcosa di importante, probabilmente è Grosio-Albosaggia Ponchiera. Il momento in cui abbiamo abbandonato l’abito del 4-5-1: senza Pane continuavamo ad essere molto ben coperti ma troppo poco pungenti, e allora dentro il 4-4-2, due attaccanti a dialogare e maggiore partecipazione dei terzini alla fase offensiva. Risultato: dominio offensivo, solidità difensiva, 2-0 a una squadra forte e modulo fisso fino a fine anno. Let’s go.

IL MOMENTO PIU’ DIFFICILE

Senza dubbio gli ultimi dieci minuti di Grosio-Chiavennese, nei playoff. Un solo gol e saremmo stati fuori, e davanti non avevamo l’Oratorio Cippalippa ma una squadra molto forte, in crescita costante, che l’anno prossimo sarà ancora in prima fila nella lotta per la promozione. Momento superato da Grosio, lotta su ogni pallone, ogni respiro, ogni centimetro. E vittoria dei playoff alla fine meritata, perchè è vero che in quattro partite abbiamo pareggiato quattro volte, ma contro la Chiavennese quest’anno non siamo stati in svantaggio neanche un minuto.

LA PARTITA PIU’ BELLA

Qui c’è l’imbarazzo della scelta, e del criterio di scelta. Cosa comanda, in base a cosa scegliamo? La forza dimostrata dal Grosio? Allora diremmo Grosio-Giovanile Canzese. L’importanza della posta in palio? Allora diremmo Grosio-Chiavennese. La felicità al fischio finale? Allora diremmo Sporting TLC-Grosio. Però insomma, il calcio è emozione, e allora mettiamo in cima a tutto l’emozione e scegliamo Grosio-Berbenno 2-2. Un’avversaria forte, con la quale gli incroci di lame degli ultimi anni hanno creato una certa rivalità. Andiamo avanti noi ma loro sono bravi, intensi, veloci, siamo in 10 contro 11 e sembra di essere gli americani a Pearl Harbor, jet nemici che sfrecciano a destra e a sinistra e ad un certo punto il raid va a segno e pareggiano. Ma anche noi sganciamo la bomba, rigore di Cicala ed è 2-1,  e poi però all’ultimissimo secondo fanno 2-2 su calcio d’angolo. Lì per lì ci resta l’amaro in bocca, ma oggi possiamo sorriderne.

IL RIMPIANTO

Rimpianto? Cosa significa rimpianto? In una stagione così? Beh, potrebbe significare la miriade di infortuni. Ma mettiamo da parte gli infortuni, che chi è mancato è sempre stato degnamente sostituito. Ci resta da scegliere un rimpianto. E allora, spalle al muro, scegliamo l’uno a zero dell’Aurora Calcio nello scontro diretto alla Ganda: quel gol ha cancellato una bella sfida, chè dopo essersi portata in vantaggio l’Aurora ha messo la serranda e la partita non è mai più stata in discussione. Con un po’ più di attenzione o di culo potevamo evitarlo, e magari arrivare in Prima Categoria con un mese di anticipo.

L’ANNO PROSSIMO

Adesso che siamo ufficialmente in Prima, vediamo quali sono le probabili avversarie dell’anno prossimo: alcune ce le ritroveremo pressochè sicuramente, per banali considerazioni geografiche, altre sono in bilico, vuoi per la maggiore lontananza, vuoi per l’incertezza sulla categoria in cui giocheranno. Cominciamo con le quasi sicure: le valtellinesi Cosio e Olympic Morbegno, le lecchesi Costamasnaga, Mandello, Aurora Calcio, Calolziocorte, Barzanò, Missaglia Sportiva, Osvaldo Zanetti, Arcadia Dolzago. Le comasche Erbese e Giovanile Canzese. Siamo a 12, ne mancano tre: con tutta probabilità una sarà la Brioschese (provincia di Monza), gli altri due posti saranno tra Pontelambrese, Barzago, Cornatese, Veduggio, Menaggio. Vedremo. Noi non vediamo l’ora di cominciare.

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