“Vincere è l’unica cosa che conta”, diceva quello là. Parafrasando per rendere la situazione del Grosio, potremmo dire che vincere è l’unica cosa che manca. Perchè ormai la squadra è salita di livello, ha riguadagnato la solidità difensiva, è tornata a pungere davanti, ha alzato la soglia di concentrazione su tutti i novanta minuti. E però ancora una volta i tre punti non sono arrivati. Peccato, ma niente drammi: domenica a Costamasnaga avremo una nuova occasione.
Il Grosio ritrova l’Aurora Calcio dopo il doppio incontro dell’anno passato, e stavolta non è per giocarsi la crema delle prime posizioni ma per risollevarsi dalla melma del fondo classifica. Giochiamo il 4-4-2, in porta Pota, da destra a sinistra dietro Simic, Lillo, King, Jeky, a metà Cesco, Nico, Wolly, Roby, in attacco Pyhton e Cicala. Iniziamo benissimo, dietro non concediamo nulla e davanti ci facciamo apprezzare colpendo la traversa con Python. Si prosegue e c’è l’episodio che potrebbe far svoltare la partita: cross in mezzo a Cicala, il portiere esce, Cicala salta e colpisce la palla, il portiere salta e colpisce Cicala. Non riusciamo a capire secondo quale logica si possa non fischiare, ma l’arbitro non fischia. E’ il primo atto di una giornata nera per il direttore di gara, confusionario e fallace su entrambi i lati. Prosegue la partita e l’Aurora prende un po’ di campo, crea una situazione pericolosa in mischia ma per il resto controlliamo. Fine primo tempo.
Inizia la ripresa e man mano che passano i minuti il Grosio guadagna predominio territoriale: arriviamo sempre per primi sulla palla, lanciamo folate sempre più pericolose, sui loro attaccanti soffriamo zero, anche grazie a un Lillo monumentale che annulla il centravanti avversario in un duello fisico spettacolare. Arriviamo spesso, sempre più spesso ad attaccare la difesa avversaria in situazioni di vantaggio, ma non riusciamo mai a sfruttarle: un po’ anche per merito loro, ma molte volte siamo troppo frettolosi e acceleriamo la conclusione anzichè rifinire per l’uomo meglio piazzato o avvicinarci alla porta. Il gioco è maschio, l’arbitro non ha minimamente in mano la partita e ad un certo punto sulla ruota della Ganda esce il secondo giallo per Wolly, che per carità ci può stare, ma quanti altri ne sono mancati. L’Aurora gonfia il petto e noi rinculiamo: la saracinesca è chiusa e non rischiamo più nulla, ma neanche creiamo e così finisce 0-0.
Finisce così e ci rimane l’amarezza di aver strappato solo un punto da una partita che potevamo vincere. Tra molte cose positive è mancata un po’ di freddezza nell’ultimo e penultimo passaggio, chè tante volte se avessimo aspettato anzichè affrettare il tiro sarebbe stato meglio. E, come al solito, è mancata la malizia nell’influenzare le decisioni dell’arbitro: abbiamo preso picozzate tutta la partita, e alla fine è stato espulso Wolly per due falli.
A questo proposito, pubblichiamo un utile estratto del manuale tecnico Allenare la malizia: idee casalinghe per chi ama il calcio e non solo, steso a quattro mani da Andy Van Der Meyde e Taribo West. L’idea è quella di aiutare il calciatore dilettante ad allenare la malizia fuori dal campo, coinvolgendone nel contempo anche la fidanzata e le persone care.
Esercitazione numero 1: attirare l’attenzione dell’arbitro
Partecipanti: il calciatore, la fidanzata (nel ruolo dell’avversario), la madre (nel ruolo dell’arbitro).
Situazione: Il calciatore e la fidanzata sono appartati in camera, la madre è in cucina a prepare la pasta e fagioli mentre guarda Pomeriggio Cinque. La voce di Barbara d’Urso copre i rumori provenienti dalla camera.
Esecuzione: La fidanzata e il calciatore sono in piedi uno di fronte all’altro, la fidanzata sfiora il viso del calciatore con una carezza. A questo punto il calciatore stramazza al suolo tenendosi il viso tra le mani, e urla al fine di attirare l’attenzione della madre. Se il calciatore è riuscito a far intervenire la madre, al suo arrivo sposta una mano all’altezza del ginocchio più vicino alla fidanzata, e con l’altra gesticola per provocare la sanzione. Laddove la madre allontanasse la fidanzata è consigliabile che il calciatore esca con gli amici a sbronzarsi, con l’obiettivo di rafforzare le sensazioni positive e l’abitudine di praticare la caduta a terra.
Nota: L’esercizio può essere alternativamente svolto con la madre nel ruolo della fidanzata e il padre nel ruolo della madre, ad esempio quando durante una cena il padre sta pensando ai fatti suoi e la madre sta servendo la pasta e fagioli al calciatore.
Esercitazione numero 2: assecondare l’arbitro
Partecipanti: il calciatore, la fidanzata (nel ruolo dell’arbitro).
Situazione: Il calciatore e la fidanzata sono invischiati in una discussione qualunque, non è importante l’oggetto nè il luogo in cui la discussione si svolge. In caso di coppie particolarmente armoniose in cui le discussioni sono rare, è consigliabile che periodicamente il calciatore provochi la situazione con la fidanzata, ad esempio dicendole che le scendono dei peli dal naso e che fanno proprio schifo.
Esecuzione: La fidanzata è inviperita con il calciatore e lo sta travolgendo verbalmente. Ad esempio nel caso in cui sia stato il calciatore a provocare, la fidanzata inveisce con frasi tipo “Ma cosa dici, i peli dal naso? Non è mica vero che mi scendono i peli dal naso, stronzo, ah e poi di solito non dici niente dei peli, di solito ti piacciono i peli, eh maiale, non fai tutte queste storie, ah ma questa me la paghi giuro che questa te la faccio pagare, per un po’ fai la fame”. Il calciatore si scusa, dice alla fidanzata che ha ragione e le stringe la mano.
Nota: L’esercizio può essere alternativamente svolto con la madre nel ruolo della fidanzata. In questo caso il calciatore provoca la madre spegnendole la televisione durante una scena clou de Il Segreto.
Esercitazione numero 3: contrastare l’avversario senza usare le mani.
Partecipanti: il calciatore, la fidanzata (nel ruolo dell’avversario).
Situazione: Il calciatore e la fidanzata sono avvinghiati nudi a letto nel momento della passione.
Esecuzione: Il calciatore e la fidanzata stanno pomiciando utilizzando reciprocamente la mani. Quando la fidanzata lo bacia il calciatore si immagina di essere in campo mentre il portiere avversario calcia il rilancio dal fondo: è in questo momento che la fidanzata diventa l’avversario. Il calciatore si porta le mani dietro la schiena e sguscia dietro la fidanzata. Laddove la fidanzata opponesse resistenza il calciatore deve insistere nella pressione al fine di posizionarsi con la propria zona pubica dietro quella della fidanzata, e allargando le mani farle sentire il corpo.
Nota: E’ sconsigliabile eseguire l’esercizio con la madre nel ruolo della fidanzata.
Buon weekend per le giovanili: la Juniores si impone 5-0 contro l’ArdennoBuglio, i Giovanissimi sconfiggiono 7-2 la PentaPiateda, l’unica sconfitta è degli Allievi, che si arrendono 2-4 all’Albosaggia Ponchiera.
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