Il nostro problema è che siamo bravi. E però non siamo bravi come lo studente gelido che ha imparato tutti gli esercizi, e di fronte alla domanda trabocchetto se la sa cavare con la sua applicazione. No, noi siamo Pinocchio nel Paese dei Balocchi. E siamo bravi, siamo buoni, sappiamo fare delle cose belle ma a volte dimentichiamo da dove veniamo: dimentichiamo che il nostro babbo era un umile falegname che ci ha cresciuti con fatica e pazienza. Che il nostro babbo ha dovuto stare concentrato ogni secondo di ogni ora di lavoro, perchè altrimenti la sega circolare gli avrebbe tranciato la mano, e poi a noi chi ci dava da mangiare? Che il nostro babbo si è consumato gli occhi e l’anima ad intagliare ogni dettaglio dei suoi mobili, perchè solo se erano davvero speciali li poteva scambiare col pane che ci metteva in bocca.
Insomma, al Comunale arriva il Costamasnaga capolista e noi ci schieriamo a 4-2-3-1: in porta Pota, dietro Simic-King-Lillo-Jeky, a metà Claudio e Mare, davanti Fabio, sulla trequarti Pane, Python, Roby. Loro arrivano con fame di punti per restare in testa e con la coppia-gol più prolifica del campionato, quei Bonomi e Stefanoni che anni fa venivano con la Derviese e non vedevano mai il pallone. Noi attacchiamo con le geometrie di Mare, volante superbo, il piccone di Pyhton, il ronzio di Pane, gli assalti di Jeky e Roby; loro tendono a cercare subito Stefanoni che è sempre largo e fuori dai radar, e poi a imbucare.Il primo tempo è equilibrato, creiamo qualcosa noi, creano qualcosa loro, nessuno riesce a sfondare.
Nella ripresa, partiamo all’assalto. C’è immediatamente un’occasionissima per Pane, che è lanciato in fuorigioco abnorme ma condonato dall’arbitro, si trova davanti al portiere che è posizionato male e lascia il primo palo aperto e cade in fretta; ma eccoli lì i centesimi di attenzione che ci mancano, eccolo lì l’intaglio finale che non sappiamo incidere: il tiro è rasoterra e strozzato sull’interno e non si passa. Due minutini dopo, abbiamo tre occasioni in cinque secondi: arriva la palla dalla sinistra, prima tira Cesco, poi la respingono, poi tira Fabio, poi la respingono, poi tira qualcun altro, poi la respingono, e insomma che bello sarebbe se ci ricordassimo come faceva il nostro babbo a colpire il chiodo secco, al punto giusto: ma noi siamo sbilenchi e non passiamo. E poi c’è un colpo di testa imperioso di King e stavolta non abbiamo niente da rimproverarci, solo che a difendere la diligenza il Costamasnaga ha un postiglione impeccabile che ci nega per la terza volta l’ingresso. Ed ecco il paese dei balocchi, musichine e lecca-lecca, noi con lo zucchero filato in mano e sul viso il sorrisetto inebetito di chi si sta godendo la vita. E siamo in difesa e King ha appena fermato l’attacco con una chiusura sontuosa. Ma poi tenta un ghirigoro per uscire tra due avversari, ed ecco che arrivano quelli del Costamasnaga con la sega circolare, gli tranciano la mano e si fottono lo zucchero filato; ed ovviamente, fanno il gol dell’1-0. Continuiamo a controllare il campo ma loro sono attenti e ficcanti e quasi ci puniscono due volte in contropiede, ci salvano una chiusura miracolosa e un paratone di Pota. Nel recupero sfioriamo il gol con Simic e c’è un rigore monstre su Cicala non fischiato, e così perdiamo un’altra volta.
Pillole da segnalare, oltre a quanto già detto: la partita maestosa di Python, che se manterrà la testa fredda come oggi sarà il valore aggiunto di qui a fine campionato; le difficoltà del giovane arbitro, che non ha avuto la gara in pugno neanche un minuto; la solita espulsione per doppia puttanata, stavolta a carico di Mare, che prende il primo giallo per proteste e il secondo per fallaccio inutile; i risultati delle altre partite che lasciano tutto aperto a qualsiasi possibile evoluzione, dalla retrocessione diretta alla salvezza senza playout.
Insomma, c’è rammarico perchè per l’ennesima volta abbiamo giocato bene, ma punti niente. E però basta con la sfiga, con gli arbitri, con le recriminazioni: ad oggi abbiamo battuto solo squadre che stanno dietro di noi, e non può essere un caso. C’è da stare sempre attenti, da curare i dettagli, da non calare la guardia finchè non è finita. Come faceva il nostro babbo, che poi spegneva la sega circolare e andava a letto senza rimorsi.
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