E’ tempo di favole, in Europa.
In Inghilterra, la favola del Leicester City, quasi retrocesso l’anno scorso ed arrivato a vincere uno splendido titolo sovvertendo ogni pronostico.
In Spagna, la favola dell’Atletico Madrid, cenerentola al gran ballo della Champions trasformatasi in regina senza consegnarsi a un facoltoso principe, una regina dalle scarpette fangose incoronata dal proprio sudore, dalla propria rabbiosa determinazione urlata in faccia a ricche e viziate sorellastre.
In Italia, c’è una favola che vi vogliamo raccontare. Sta avvenendo a Grosio, in Valtellina, e guarda un po’ è la favola di una squadra di calcio. Di una Cenerentola di montagna presentatasi al ballo con mani tozze e sporche di terra, di fronte a dita affusolate e smalti impeccabili. In disparte, ripensava alle patate che aveva raccolto quel giorno e che avrebbe raccolto il giorno dopo, mentre intorno a lei le altre invitate si complimentavano per i gioielli appena comprati. La deridevano. Infiocchettate in abiti sfarzosi ne schernivano l’umile veste granata, guanti inamidati la additavano dietro bollicine di champagne mentre si asciugava il sudore con il bordo della tovaglia. La compativano. Storcendo nasi incipriati sentivano il diritto, il dovere, di disprezzare pietosamente quella miserella. Poi, cominciò il ballo.
Cominciò il ballo e Cenerentola entrò in sala con le altre. L’orchestra suonava, e la musica, la musica era la stessa per tutte. La veste granata vorticava nella luce rifratta dei lampadari di cristallo, passi di danza frenetici seguivano alla perfezione un ritmo che si faceva popolare, sempre più popolare. La maestria della ragazza attirava le gelosie delle invitate, i fondotinta intorno si rigavano, scavati internamente da gocce di sudore a cui le donne più ricche non erano abituate. Cenerentola no, Cenerentola non portava fondotinta e conosceva il sudore e il suo viso si fece bello come sono belle le cose più vere, come un lago di montagna, come il sole che sorge nel silenzio di una valle. La luce nei suoi occhi catturò le attenzioni dei gentiluomini, che facevano a gara a ballare con lei. Dapprima la accompagnò un uomo magro ed orgoglioso, un piastrellista dal sorriso sincero, che si fece poi da parte per consegnarla a un piccoletto funambolico, giusto il tempo di una canzone prima di rompersi il braccio ed essere sostituito da un omone taciturno, gli occhi grandi e la bontà stampata sul viso. Fu poi il turno di un casaro che si era presentato al ballo con i guanti, e poi un altro spilungone, simpatico e sgraziato, che cercò di conquistarla offrendole un Solero. Le altre invitate, furenti, correvano in bagno a rifarsi il trucco, mentre in un angolo un uomo ben vestito e pettinato osservava con attenzione la sala, di tanto in tanto esclamando <Ah!>. Quando l’orchestra attaccò l’ultimo ballo, a contendersi il trono di regina erano rimaste in quattro, Cenerentola un passo davanti a tutte.
Domenica 8 maggio, alle 16:00 – salvo ultime ore federali – il Grosio giocherà al Campo Sportivo la semifinale playoff in casa contro l’Albosaggia Ponchiera. Siamo ai momenti finali di una stagione esaltante, esaltante ma ancora da compiersi, tre partite per coronare un sogno promozione costruito mattone su mattone da settembre a oggi. Prime avversarie sono Albosaggia Ponchiera, Berbenno, Chiavennese, squadre forti, ricche di giocatori con esperienza in categorie superiori e club blasonati. E noi? E noi siamo ricchi solo di noi stessi, arriviamo da una stagione logorante, da una sfilza di assenze ed infortuni che ci hanno portato a pescare a mani piene, anzi pienissime nella meravigliosa profondità del nostro settore giovanile. Noi siamo quelli che nel 2012 sono andati a Casatenovo sul campo di una squadra che oggi gioca in Eccellenza, che quel giorno voleva disperatamente festeggiare la vittoria del campionato, noi siamo quelli che sono andati lì con una squadra imbottita di giovani a vincere 3-0 con la doppietta di un ragazzino della Juniores. Si chiamava Mattia Pruneri, e oggi gioca in prima squadra.
Ancora una volta, se non ci saranno novità, domenica 8 maggio alle 16:00 venite tutti al Campo Sportivo: i nostri ragazzi si giocano una favola!
RIASSUNTO BREVE DELLE REGOLE DEI PLAYOFF
Numero massimo di partite: quattro, due con squadre del nostro girone. Se si vince, terza partita con la vincente di un altro girone. Se si vince ancora, quarta partita con la vincente di un altro playoff.
Come si fa la graduatoria per la promozione: la graduatoria include 24 squadre (una per girone). Dal 1° al 6° posto le vincenti del quarto turno, dal 7° al 12° le perdenti del quarto turno, dal 13° al 24° le perdenti del terzo turno. All’interno di ogni scaglione si ordinano le squadre secondo i seguenti criteri, in ordine di importanza: posizione in campionato, punti fatti, differenza reti, punteggio in coppa disciplina.
Quante squadre salgono in Prima Categoria: Dovrebbero essere qualcosa più di 12 squadre, cioè se vinciamo il playoff del nostro girone più un altro siamo pressochè sicuri di salire, se ci fermiamo al nostro girone invece è facile che non saliamo.
Regolamento del primo e secondo turno (cioè le partite del nostro girone): Partite in gara secca a casa nostra, in quanto meglio classificati. In caso di parità al 90′, passiamo noi.
Regolamento del terzo e quarto turno: Partite in gara secca a sorteggio in casa di una delle due, in caso di parita al 90′ due supplementari da 15′, in caso di ulteriore parità calci di rigore.
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