Avercene di domeniche così. Neanche tanto per il risultato, che un punto è utile ma non cambia la classifica, ma ragazzi che partita. Hanno ammazzato il Grosio, il Grosio è vivo: il Grosio non muore mai. E nell’ultima domenica di gennaio lo urla in faccia a tutto il campionato: preparatevi, siamo tornati.
Scendiamo in campo con un 4-3-3 che stavolta è praticamente 4-4-2, perchè Mare che è il vertice alto del centrocampo gioca di fatto in prima linea con Fabio Micelin. Sulle fasce Cesco e Python, a metà Cian e Wolly, dietro Simic, Lillo, King, Jeky, in porta Lele.
Fischia l’arbitro e non abbiamo bisogno dei cinque minuti di assestamento che ci avevano punito a Dolzago. Siamo sul pezzo da subito, molto bravi a rendere inoffensivo l’Olympic Morbegno intasandone gli spazi di manovra. La costruzione bassa degli ospiti si basa sul giro palla tra i tre difensori e il numero 4 che si abbassa sempre ad impostare: ma noi copriamo bene le linee di passaggio, siamo tonici nel pressing e costringiamo i biancazzurri alla trappola del lancio lungo continuo, che è costantemente preda della coppia reale Tacito-King, in grandissimo spolvero nel rusticano duello fisico con gli avanti avversari. La nostra costruzione si muove come sempre dalle fasce, con Cesco che fa impazzire il terzino che lo marca, con Python e Mare che intessono dialoghi interessanti mancando però di concretezza nell’ultima scelta, con Jeky e Simic che incendiano le fasce con le loro folate. E proprio su una di queste folate sfioriamo il vantaggio: intercettiamo la palla nella nostra metà lanciando Simic che parte come un treno palla al piede, e dopo una bella combinazione con Python e Mare arriva davanti a Dolzadelli. Tiro ad incrociare, palo interno e palla che percorre tutta la linea di porta tra gli scongiuri degli ospiti e le nostre bestemmie. Alla fine non entra. La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, diceva quello. Aveva ragione, perchè pochi minuti dopo l’Olympic si porta avanti, diciamo così, di “buona sorte”: punizione dalla sinistra battuta a rientrare, Wolly salta per intercettarla ma la spizza verso il secondo palo, guarda un po’ la palla non va sul palo ma entra in porta. Uno a zero. Non ci scomponiamo, continuiamo a tenere il controllo del campo, ma andiamo negli spogliatoi in svantaggio.
Nella ripresa la musica non cambia: è soprattutto il Grosio a fare la partita, con gli ospiti che si affidano perlopiù al lancio lungo e alla palla in profondità, in generale senza successo. In generale, ma poi c’è il caso particolare della mezz’ora, quando su una ripartenza c’è il cross dalla destra e il numero 9 è bravissimo a prendere lo spazio davanti a Simic e colpire a rete per il 2-0. La partita sembra finita, il centravanti esulta e di sfuggita si toglie un sassolino dalla scarpa mimando verso la tribuna grosina il gesto del “becco”: i tifosi accettano la richiesta, e lo beccheranno per ciò che resta della partita.
Ed ecco, qui vediamo che cosa è il Grosio. Perchè due minuti dopo lo schiaffone che poteva chiudere la partita, due minuti dopo aver visto frustrata un’ottima prestazione contro una squadra di livello, il Grosio ringhia in faccia alla sfortuna ed accorcia le distanze. La palla è sulla destra per Pane, che similemente a Cesco sta facendo impazzire il suo terzino e lo salta, e il terzino e un altro gli arrivano addosso e lui cade, e finalmente anche noi ci prendiamo un calcio di rigore. Sul dischetto Mare, per un attimo pensiamo arrapati e terrorizzati al cucchiaio, Mare però la mette facile facile a destra, Dolzadelli va a sinistra ed è 2-1. E allora avanti, con il coltello nei denti e l’anima tra i fili del sintetico. L’Olympic spreca un paio di contropiede, a un certo punto noi mettiamo un cross e Dolzadelli salta insieme ad altri e cade con le mani sulla faccia. Non sappiamo assolutamente se si è fatto qualcosa o sta solo cercando di guadagnare tempo, ma vediamo Jeky che va a ringhiargli in faccia e godiamo, perchè è il nostro Grosio, è il Grosio che ha la bava alla bocca e vuole sbranare la pelle dalla faccia di un destino baro. E alla fine il destino lo sbrana, lo dilania il morso affamato di Cicala: cross dalla destra, e la testa d’oro che aveva inaugurato il 3-0 a Casatenovo colpisce nell’angolo, ed è parità felicità sangue agli occhi giustizia.
Oggi abbiamo visto il Grosio: una grande partita, due gol subiti che avrebbero schienato chiunque, la rabbia di chi sa di dover fare giustizia e alla fine sistema tutto. E adesso arrivano due scontri diretti, due partite che questo Grosio ha il dovere di vincere: giovedì 2, in casa con il Barzanò, per allungare sul fondo classifica, e domenica 5, a Cosio, per accorciare su quelli a metà. Finora la ruota ha girato fin troppo male, ed è ora di cambiarle verso con la forza. Avanti Gros!
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